prendersi cura...della città
Il parco di via Mozart, oggetto principale delle progettazioni partecipate con i cittadini, di notte nei mesi estivi era tristemente famoso per essere luogo di sosta di consumatori di bevande alcoliche che si fermavano fino a notte fonda impedendo il riposo delle condomini delle abitazioni vicine e tutta una serie di conseguenze che si possono facilmente immaginare. Abbiamo perciò chiesto agli abitanti del quartiere di pensare a una gestione sociale dell’area che prevedesse la realizzazione di una cancellata attorno all’area denominata Anfiteatro e la disponibilità di un gruppo di donne incaricate della chiusura serale (e riapertura mattutina). Queste donne, a cui è stato dato il nome di Rondini, le stesse che si erano già impegnate nei cantieri di partecipazioni, sono 11 e sono originarie del Camerun, Costa D’Avorio, Equador, Perù, Italia a partire dal 16 luglio 2019 e per tutte le sere fino al 29 settembre 2019 si sono rese protagoniste di un intervento di cura Anfiteatro. Ogni sera a partire dalle 21.00 in gruppetti di tre hanno innaffiato le piante, raccolto le foglie e i rifiuti lasciati nel parco e a partire dall’ 8 agosto ogni sera alle h 22.00 hanno chiuso i cancelli che delimitano l’area, invitando tutte le persone ad uscire. Non è stato mai necessario l’intervento delle forze dell’ordine e non è mai stato lasciato aperto il cancello, neanche una sola notte. Ogni mattina una di loro riapriva lo spazio, riconsegnandolo ai cittadini. I quali, dopo qualche fatica iniziale assolutamente modesta e senza conseguenze di rilievo, hanno invece apprezzato l’intervento delle donne, modificando in parte il loro comportamento e prestando maggiore attenzione alla gestione dei propri rifiuti.
Cosa ha reso possibile questo inaspettato successo?
Innanzitutto sono state scelte solo donne e il loro intervento si è caratterizzato come un intervento innanzitutto di cura: le donne coperte da un grazioso grembiule verde, annaffiatoio, scopa e paletta si occupavano prima della pulizia e della cura delle piante e solo dopo di far uscire le persone per chiudere i cancelli. Inoltre il fatto che nell’entrare in relazione abbiano utilizzato una “fermezza gentile” con le persone (a volte anche molto ubriache) all’interno del parco, ha escluso sul nascere comportamenti reattivi e dinamiche violente. Le donne erano poi spesso accompagnate da mariti, figli e addirittura i propri animali domestici, rappresentando quell’idea di famiglia in virtù della quale si voleva recuperare uno spazio e la conseguente pace serale e notturna per le abitazioni adiacenti. Non si sono mai creati schieramenti opposti, le donne sono parte del quartiere, conosciute da tutti e per nulla lontane o diverse dai loro interlocutori. La vicinanza culturale (stessa lingua ma anche stesso retaggio) è stato un ulteriore elemento di vicinanza che ha accorciato se non addirittura eliminato distanze e relative contrapposizioni.
Rispetto agli elementi di contesto, utile e di supporto il presidio della polizia locale il venerdì e il sabato sera durante le chiusure e i passaggi, se pur episodici, dei carabinieri. L’ordinanza che ha limitato gli orari di apertura dei negozi è stata vista come non particolarmente risolutiva poiché in quartiere continua a essere molto semplice (ed economico) procurarsi birra sia attraverso il mercato nero che a causa di alcuni esercizi commerciali che non rispettano le limitazioni o i regolamenti (vendendo dall’ingresso posteriore).
Attualmente le Rondini proseguono con la chiusura il venerdì e il sabato sera e sono impegnate insieme agli operatori del progetto in interventi di pulizia o nuove piantumazioni. Sono sensibili e interessate al tema degli spazi di tutto il quartiere e portano all’attenzione il tema dei rifiuti ingombranti lasciati spesso sulle strade del quartiere.
Rispetto all’ Anfiteatro chiedono che anche il Comune proponga delle iniziative all’interno e loro stesse, supportate dagli operatori, si impegnano a proporne per renderlo un luogo vivo e bello, molto frequentato ma nel rispetto delle regole che preservino la libertà e il rispetto di tutti.
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