Omar e Ojeidul, 17 anni, studenti e colibrì
I colibrì sono gli assistenti delle rondini, abbiamo aiutato le donne a pulire il quartiere. E’ stato più difficile di quello che immaginavo però dal lato umano è stato molto soddisfacente, ho conosciuto persone e fatto cose nuove. Ho imparato come ci si organizza nel mondo del lavoro, ho capito quanto, per esempio, mia mamma può faticare nella sua giornata. Per una piccola percentuale l’ho capito. Quando siamo andati il primo giorno, era molto sporco, poi pian piano è cambiato.
Siamo dei giovani normali, normaloidi, siamo diversi ma andiamo daccordo, uno completa l’altro.
Quando sono iperattivo c’è lui che fa il pigro e mi calmo.
Omar mi fa imparare un botto di robe che non conosco, la cosa più bella che mi ha fatto scoprire è il mondo delle Anime come Naruto che ha salvato il suo villaggio restando nell’ombra.
Io sono del Bangladesh e sono molto legato alla mia cultura, ora vivo qua da quando ho 11 anni ma mi piacerebbe tornare nel mio paese. Mi piaceva stare con i miei nonni e i miei cugini, mi manca sta roba, di non stare più insieme a loro.
A me piace essere di un altro paese e vivere in Italia, ti rafforza anche se non è sempre facile però più cresci più lo apprezzi. In Tunisia facevamo le serate in veranda, tutta la famiglia riunita mentre si mangia cus cus. I grandi parlano calcio e i bambini tutti seduti intorno a un tavolino che si parlano e scherzano.
Il mio futuro lo vedo con un pensiero negativo, non riesco ad essere ottimista. Mi piacerebbe trovare qualcosa che mi piaccia e mi faccia svegliare la mattina senza essere costretto a finire la giornata, mi piacerebbe visitare il Giappone e vivere nella natura.
Cos’è il campeggio?! Io non penso al futuro, mi spaventa.
Ci siamo conosciuti alle medie, io sono musulmano e anche lui. Ci siamo raccontati le cose simili.
Io ho preso l’iniziativa perché mi sono immedesimato, lui non mi avrebbe parlato, manco ciao. Non sapeva parlare.
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