Questa è una farmacia di quartiere: c’è il parroco, il dottore e il farmacista.
E’ stato mio padre a trasmettere la passione per questo mestiere, prima a me poi è arrivato mio fratello e per ultima mia figlia.
E’ un lavoro che ti avvicina alla gente, non lo cambierei per niente al mondo! E’ una sorta di missione se lo vuoi fare bene, infatti abbiamo avuto dei riscontri molto positivi. Durante il covid abbiamo vissuto un periodo di grande stress, anche noi eravamo spaventati ma è proprio nei momenti più difficili che ci si deve essere se no che senso ha?
E’ stato commovente perché le persone sanno che io vivo a Milano e che stavo qui da sola tutto il giorno, mi portavano il pasto caldo, ho i brividi ancora adesso. Non credo che questo capiti dovunque. Ci hanno anche fatto ricevere molti biglietti di ringraziamento, eccoli, sono appesi alla parete. Guardarli ci gratifica molto.
Sono affezionata a Pioltello, faccio 60 anni sabato e sono qui da quando ne ho 24, sento di poter fare davvero il mio mestiere perché ho un rapporto con i miei pazienti, conosco le persone e loro conoscono me. E’ come se fossero miei parenti. Siamo qua per aiutare le persone, abbiamo studiato perché le nostre conoscenze potessero servire a chi ne ha bisogno.
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